La crisi climatica, ambientale, sociale ci impone una svolta: la svolta verde di Milano.
Non soltanto più alberi ma alberi meglio curati; manutenzione diretta, più puntuale e attenta del verde; progettazione delle aree verdi, degli spazi aperti, del paesaggio in grado di valorizzare parchi, giardini, cascine, aree agricole, oasi di biodiversità, aree umide che dovranno essere visti come servizi ecosistemici. Prevedere nuove forme di governance, cittadina e metropolitana, per il sistema dei parchi, patrimonio unico e prezioso, capitale naturale della città metropolitana. Dai parchi storici e monumentali, ai piccoli giardini, ai viali alberati, al sistema delle acque, ai grandi parchi della cintura (Parco del Seveso, Parco dell’Olona, Parco Sud, Parco Est della Valle del Lambro): tutto dovrà convergere in un’unica visione progettuale e di gestione. Messa a punto di un piano per le bonifiche dei terreni inquinati specie per le aree destinate a parchi e per le quelle agricole. Avremo fondi cospicui, come mai è stato negli ultimi anni: utilizziamoli al meglio.
Meno consumo di suolo e più recupero dell’esistente. Prima di costruire valorizziamo quello che abbiamo. I nuovi interventi dovranno essere coerenti con un modello di città verde: più servizi, più parchi (non giardini condominiali), meno grandi uffici, più residenza a basso costo, meno centri commerciali.
Mobilità sempre più sostenibile: meno auto vuol dire meno polveri sottili e meno malattie. Qualsiasi azione tesa alla riduzione del traffico sarà una buona azione: zone a traffico limitato (a partire dall’area interna alla cerchia dei Navigli), maggiori spazi per la mobilità attiva, trasporto pubblico elettrico, sostegno al car sharing e al car pooling. Messa a regime di Area B entro un anno. Sviluppo della rete della metropolitana. A questo si dovrà aggiungere l’impegno per risolvere le carenze strutturali del trasporto pubblico della Città Metropolitana e della Regione.
Connessioni: ecologiche, pedonali, ciclabili. Una città connessa (fisicamente non solo virtualmente) è una città in cui vivere, spostarsi, camminare, divertirsi diventa facile e bello; è una città senza più cesure tra centro e periferie, tra quartieri; è una città più sicura perché più vissuta. E questa visione dovrà avere una prospettiva metropolitana.
L’acqua come risorsa. Milano città ricca d’acqua può ancora fare molto per sfruttarne la potenzialità. Invarianza idraulica, raccolta delle acque piovane, permeabilizzazione del suolo, recupero del reticolo minore, manutenzione dei fiumi e dei canali (compresi quelli interrati) e delle loro sponde sono azioni urgenti e necessarie. Che risolverebbero anche il problema annoso delle esondazioni del Seveso, dell’Olona e dei danni anche economici che ne derivano.
Efficientamento energetico, tetti e muri verdi, energie rinnovabili: sono interventi urgenti da mettere in atto a partire dalle nostre case popolari. Il traguardo dovrà essere una città alimentata da energie rinnovabili entro il 2025. Risparmio energetico deve diventare una parola d’ordine: per questo dovrà essere vietata l’usanza di lasciare le porte dei negozi aperte.
Non solo raccolta differenziata ma riduzione dei rifiuti. Tracciamento e trasparenza sul ciclo dei rifiuti. Il compost che i Milanesi producono deve diventare ricchezza per la città. I Milanesi sono virtuosi, siamo in testa alle classifiche sulla quantità di raccolta differenziata, e hanno quindi diritto di essere informati su come viene smaltita la raccolta differenziata. Ma tutto questo deve avere un traguardo ambizioso e necessario: arrivare al rifiuto zero.
Coinvolgimento delle persone non solo nelle scelte dell’Amministrazione ma nella gestione condivisa dei beni comuni. Dai Giardini Condivisi ai patti di collaborazione, dai referendum al debat publique, dovremo sviluppare sempre di più forme di collaborazione attiva con la cittadinanza. Anche nelle case popolari sarà fondamentale coinvolgere gli inquilini in progetti di condivisione e di partecipazione nella gestione degli spazi comuni: laboratori, orti comunitari, luoghi di incontro e di socializzazione combatteranno il degrado e l’illegalità. La sicurezza parte da qui: dalla presa in carico da parte delle persone dei beni comuni.
Attenzione agli ultimi, alle persone fragili, ai bambini. Accessibilità deve essere un concetto a tutto tondo e deve riguardare ogni categoria: dai portatori disabilità ai bambini e ai loro genitori, dagli anziani agli stranieri, dalle donne agli studenti.
Diritti, accoglienza, solidarietà, giustizia sociale, salute, rispetto per gli animali. Una città a misura di persone è una città che include, assiste, cura, rispetta persone, animali e cose.